MOSTRE d'ARTE
MANUELE CECCONELLO
"TERRE E ACQUA . RADICI E SOGNI"
L'esposizione delle "opere fotografiche" di Manuele Cecconello prenderà forma come "mostra nella mostra", come binario parallelo completamente intrecciato con il percorso espositivo delle opere pittoriche e delle sculture del padre Gastone Cecconello.
L'amicizia che ha accompagnato l'intera esistenza delle vite di Angelo Gilardino e Gastone Cecconello, ha senza dubbio alcuno contribuito a ispirare la ricerca artistica di Manuele, la sua sensibilità e il suo talento.
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Le fotografie di Manuele Cecconello non si si pongono quale obiettivo primario di fissare immagini del territorio di grande qualità, bellezza, espressione tecnica e intuizione...
Gli scatti di Manuele Cecconello sembrano scaturire dal desiderio di rubare a ogni soggetto, sia che si tratti di paesaggi persone o cose, quella vibrazione vitale, drammatica o poetica che ne fanno sentire il "suono dell'anima".
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E in tal modo appaiono raffigurazioni di un tempo senza tempo, di spazi ingombrati da sensazioni nascoste fra le cose ritratte, di rami che sanno evocare il suono del vento che li sta accarezzando.
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Manuele Cecconello è un regista di talento e grande qualità. Insieme a Marco Tullio Giordana ha realizzato una lunga serie di documentari che raccontano la Vita di Angelo Gilardino, delle cui musiche spesso si è avvalso per accompagnare in modo straordinariamente raffinato lo scorrere delle sue riprese
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Manuele Cecconello (1969) inizia a fotografare a 13 anni nello studio del padre pittore.
Ricercatore solitario e intransigente, viene presto a contatto con il cinema d’autore e d’avanguardia che lo instraderà verso studi umanistici, la poesia, la musica contemporanea.
Gioca con le pellicole, il super 8, le ottiche desuete, le elaborazioni.
Si dedica al cinema e al video dalla fine degli anni Ottanta, scoprendo come è fatta l’immagine in movimento attraverso la realizzazione di un centinaio di film sperimentali.
Nei primi anni Duemila ibrida cinema del reale e ricerca espressiva, producendo e dirigendo con la sua società, Prospettiva Nevskij, vari documentari a carattere storico, lirico e antropologico che gli valgono numerosi riconoscimenti internazionali.
Continua a condurre parallelamente progetti didattici, fotografici e cinematografici, di recente convergenza sulle piattaforme digitali della comunicazione.
L'estetica di Cecconello coniuga la forza riproduttiva del dispositivo cinematografico con una peculiare elaborazione stilistica che attinge a suggestioni pittoriche e si avvale delle potenzialità della tecnologia digitale.
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Sulle cose del mondo – le strade, le case, i paesaggi, l’umanità residuale – e sugli elementi naturali, l’autore applica uno sguardo partecipe e perspicace, che mira a ritrovare il senso del proprio oggetto, a penetrarne il segreto.
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Per la pregnanza delle location, per le sue proprietà fotografiche, per l’impasto sonoro e per il ritmo impresso dal montaggio, l’opera di Manuele Cecconello costituisce un’esperienza straordinariamente innovativa in rapporto alle convenzioni dominanti del cinema italiano.
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Luca Bandirali
Si tratta dunque, in ogni film o serie fotografica, di coniugare un’attenzione partecipe per le cose, un’inesausta curiosità per il mondo, con un forte impeto di trascendenza, formale e spirituale al tempo stesso.
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Il mondo è accolto nella concretezza delle sue creature, delle sue luci e dei suoi suoni, ma anche trasfigurato in termini di composizione sapiente dell’inquadratura, di combinazione calibratissima di stasi e dinamismo, di profondità pittorica, gradazione cromatica, cadenza musicale.
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Nel cinema di Cecconello il discorso cinematografico lavora la superficie del reale come il tempo agisce sullo spazio: incrina la sua solidità e consuma la sua consistenza, ma anche definisce la sua direzione e ne coglie il senso.
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Enrico Terrone