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ANGELO GILARDINO
Il curatore editoriale

Angelo Fabio e Luigi

ANGELO GILARDINO

e FABIO BOCCOSI

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Fabio Boccosi, figlio del maestro Bio Boccosi (musicista grande appassionato di fisarmonica, strumento per il quale ha composto numerosi brani, e titolare della Bèrben acquistata nei primi anni del 1960 dal chitarrista Benedetto Berlini di Modena) sul finire degli anni '60 collaborava nella casa editrice di famiglia occupandosi in particolare modo del mondo della Chitarra Classica, intrattenendo rapporti con molti chitarristi per i quali Bèrben ha sempre rappresentato un importante punto di riferimento. Fabio Boccosi fin dai primi incontri aveva  stretto con ANGELO GILARDINO, che aveva conosciuto grazie al M.° Mario Castelnuovo-Tedesco un rapporto particolarmente intenso, sia per lo scambio di carattere musicale e professionale sia per l'intesa personale che si trasformò rapidamente in una grande amicizia destinata a durare per una vita.

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Il primo contratto che Fabio Boccosi stipulò fra Angelo e Bèrben prevedeva la pubblicazione della "Canzone Notturna"; nel contratto le postille scritte di pugno da Angelo Gilardino dimostrano il tono cordiale, ironico e brillante che avrebbe lungamente caratterizzato il loro rapporto. Era il 1969, e risale a quel periodo l'investitura di Angelo a Direttore Editoriale della collezione che per decenni sarebbe stata il "fiore all'occhiello" di Bèrben: "La collezione di musiche per chitarra", dedicata al repertorio originale che lo stesso Gilardino faceva scaturire dalla "penna" di molti fra i più importanti compositori del Novecento.

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Il gruppo musicisti di cui la collezione annovera brani di assoluto rilievo è molto ricco e significativo: da Mario Castelnuovo-Tedesco a John Duarte e Leo Brouwer, da Stephen Dodgson, Hans Haug, Bruno Bettinelli ad Astor Piazzolla.  La collezione dalla inconfondibile copertina "rosso carminio" si è guadagnata un ruolo di primaria importanza nel repertorio chitarristico del secolo XX, per l'alto livello musicale e la qualità compositiva dei brani che grazie ad Angelo Gilardino e a Fabio Boccosi sono entrati nel suo prestigioso elenco. 

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Sagreras
Canzone notturna
Vicente Asencio . Getzemani
Canzone notturna
Bèrben contratto a Gilardino

La sua editrice storica (Schott), infatti, non riusciva a pubblicare la raccolta dato che il concertista spagnolo non aveva tempo per curarne l'edizione: alla fine, dietro le insistenze di Clara Castelnuovo-Tedesco, Schott si rassegnò e ci lasciò campo libero. Fu un colpo editoriale di grande risonanza, e mi diedi subito da fare per pubblicare velocemente tutti e quattro i quaderni completi di testo e musica, nonostante le complicate trattative contrattuali con gli eredi dell'autore spagnolo delle poesie e con l'editore americano della versione inglese. Ma a quei tempi nemmeno mi curavo del prestigio e di quelli che sarebbero stati i futuri benefìci economici di questi "scoop editoriali": l'emozione di mettere sotto contratto grandi compositori, ricevere i loro manoscritti, leggerli al pianoforte, controllare le bozze con Angelo, e ricevere infine le copie con il loro profumo di carta appena stampata, erano tutte sensazioni impagabili, che bastavano a gratificare il nostro giovanile entusiasmo...

Ricordo poi tutti i viaggi estivi a Roasio e a Trivero (nella magica atmosfera delle "vacanze chitarristiche" organizzate da Angelo), il viaggio a Venezia per al riunione della giuria del premio di composizione chitarristica intitolato alla memoria di Castelnuovo-Tedesco (dove riunimmo grandi musicisti come Ruggero Chiesa, Alvaro Company, John Duarte e Alexandre Tansman), e poi il viaggio che ci portò fino a Zagabria, dove l'istituto italiano di cultura ci organizzò convegni e incontri con gli entusiasti chitarristi locali (nei primi anni '80 l'allora Jugoslavia era ancora rimasta un po' isolata dal mondo chitarristico internazionale): alla fine li lasciammo pieni di gioia e riconoscenza, donando loro tutta la montagna di musiche che avevo caricato nella mia auto!

 “PIU' DI SESSANT' A N N I

CON ANGELO GILARDINO" 

(un ricordo di Fabio Boccosi)

 

Tutto ebbe inizio nel... fatidico anno 1946: io sono nato ad Ancona nel 1946, mentre nello stesso anno Benedetto Berlini dava vita a Modena alla casa editrice Berben, sempre nel 1946 mio padre iniziava ad Ancona l'attività delle edizioni musicali Farfisa (all'interno dell'omonima fabbrica di strumenti musicali). Poi, nei primi anni '60 mio padre acquistò da Berlini la casa editrice Berben, portò tutto ad Ancona, e mi chiese di aiutarlo a riorganizzarla (anzi, me lo impose, visti i miei scadenti risultati negli studi liceali !). Fu così che, proprio nel periodo del "boom economico" (esploso anche nel campo degli strumenti musicali e dell'editoria), iniziai a frequentare tutti i chitarristi (grazie all'efficiente servizio che fornivo loro, importando metodi e musiche per chitarra da tutto il mondo), fra i quali anche il giovane Angelo Giardino, col quale entrai subito in sintonia: diventammo così amici fraterni per sempre. Ricordo ancora il primo contratto editoriale che gli inviai nel 1969 per la sua "Canzone notturna", documento sul quale Angelo aggiunse a matita esilaranti appunti autoironici ("Poi non posso fare più niente di notturno?" e "Consiglio l'abbinamento a film sui parti difficili !").

Iniziò così una straordinaria avventura editoriale, che ci spinse a interpellare i più noti compositori di tutti i paesi del mondo per convincerli a scrivere nuove musiche per la neonata "Collezione di musiche per chitarra diretta da Angelo Giardino". Naturalmente, fiori all'occhiello furono subito i lavori di Mario Castelnuovo-Tedesco: ricordo ancora il viaggio che facemmo a Firenze per incontrare la vedova del compositore (in visita in Italia), per convincerla a cederci la bella serie di "Platero y yo" per narratore e chitarra, già molto nota per alcuni brani eseguiti e incisi da Segovia.

Volo d'Angeli MCT
Concerto MCT
Mario Castelnuovo-Tedesco
Colloqui con Segovia
Sonata MCT

Ma a un certo punto, di comune accordo, decidemmo semplicemente di distruggerle tutte! Chissà, forse fu il pudore dei nostri giudizi (a volte un po' impulsivi) e il timore di provocare spiacevoli malintesi, con il rischio di alimentare i soliti pettegolezzi e di suscitare inevitabili invidie presenti nel mondo chitarristico (ma, più o meno, dappertutto !), e purtroppo non ultimo anche il reciproco coinvolgimento in alcune drammatiche vicende della nostra gioventù...

Fatto sta che, di tutte le fantastiche storie e suggestive vicende scrittemi da Angelo in tutti questi anni, quel che resta rimane solo nei miei ricordi più preziosi...

 

Ultimamente, ci eravamo quasi pentiti: quando Angelo stava scrivendo la sua autobiografia (poi data alle stampe nel bellissimo e a tratti struggente libro "Io, la chitarra e altri incontri" del 2016), mi chiese se avessi per caso tenuto in archivio qualcosa della nostra corrispondenza, forse perché poteva servirgli per arricchire le sue "memorie di un artista".

 

Cercai a lungo, freneticamente, in tutti i miei archivi, ma non trovai più alcuna sua lettera: avevo mantenuto fede al nostro strano patto, e così li nostro "cupio dissolvi" non aveva subito alcuna deroga! Ma alla fine, lo spirito infusomi da Angelo in più di 60 anni è sempre vivo in me e in tutti quelli che hanno avuto li privilegio di conoscerlo, e lo sarà per sempre!

 

Fabio Boccosi Aprile 2023.

E che dire dell'emozione che provammo, all'inizio del nuovo secolo, quando la vedova di Segovia, grazie alla sua fiducia nella supervisione di Angelo, fece finalmente aprire le casse personali del grande concertista, dando così luce ai tanti manoscritti musicali di grandi compositori del '900 che ritenevamo perduti per sempre? Pubblicarli quasi tutti, poi, è stata l'occupazione più gratificante dei miei ultimi anni con Angelo: la scelta dei magnifici dipinti di copertina e le scrupolose edizioni complete dei manoscritti originali sono stati lavori così emozionanti che il relativo impegno finanziario è rimasto per entrambi (come sempre) in secondo piano!

Ovviamente, in tutti questi anni, furono migliaia le lettere che ci scambiammo: su argomenti di lavoro, naturalmente, ma anche sui vari aspetti della vita di tutti i giorni. Sulla nostra stravagante esuberanza giovanile incombevano però i nostri problemi esistenziali irrisolti, sui quali cominciammo a scavare, "psicanalizzandoci" a vicenda: a un certo punto, più o meno ingenuamente, iniziammo a innescare sottili provocazioni e audaci punzecchiature, quasi a saggiare le nostre reazioni, che non si fecero attendere (non aspettavamo altro !), in quella che diventò così una continua sfida epistolare....... La pubblicazione di questa corrispondenza sarebbe oggi illuminante e di un certo interesse storico (anche se forse non all'altezza dell'affascinante carteggio tra Segovia e Castelnuovo-Tedesco, pubblicato a cura di Angelo nel 2018 !), soprattutto per l'impagabile capacità di Angelo nell'evocare storie, consigli e considerazioni: ogni sua lettera era avvincente come un romanzo e stesa sempre con un eloquio geniale, al pari dei più grandi scrittori (tanto che le rileggevo, ammirato, più volte al giorno!). 

Sonata Manén
Segovia di Ida Presti
Fotografia di Andrea Cherchi

Foto: ANDREA CHERCHI
 

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