LORENZO BELLAFONTANA
LIUTAIO IN GENOVA
1906 . 1979
ANNO: 1952
TAVOLA ARMONICA: Abete Italiano
FONDO e FASCE: Palissandro Indano
DIAPASON: 650 mm
VERNICIATURA: Gommalacca
Questa chitarra costruita da Luigi Mozzani nel 1952 è uno strumento particolarmente rappresentativo di questo importante autore genovese, che nell'arco della sua vita professionale si è occupato sia di strumenti a pizzico quanto di strumenti d arco, raggiungendo in entrambi i casi livelli altamente professionali di lavoro.
Le sue chitarre (oltre un centinaio), sono comunque rare. E' dotata dell'astuccio originale su misura.
Lorenzo Bellafontana nacque a Genova il 15 luglio del 1906; dopo gli studi superiori frequentò l'Accademia Ligustica di Belle Arti e si perfezionò nel violino presso l'Accademia Camillo Sivori. Incoraggiato dal padre, ebanista dilettante, entrò nel 1923 come apprendista nella bottega di Oreste Candi in vico Dritto Ponticello; la sua attività in proprio iniziò nel 1935 a Pegli, quindi dopo poco si trasferì nel centro storico di Genova in via Chiossone n°8/9 e nel 1937 partecipa alla mostra concorso in occasione delle celebrazioni di Antonio Stradivari a Cremona con un quartetto d'archi, un violino e una viola.
Verso la fine degli anni trenta fu assistente nella bottega di Cesare Candi. Gli anni della seconda guerra mondiale furono particolarmente difficili, il suo laboratorio venne incendiato a seguito del bombardamento alleato del 22 ottobre del 1942, e nel 1944 perse definitivamente il laboratorio, sempre a seguito di un bombardamento. Aiutato da Giuseppe Lecchi e da Cesare Candi, riprese gli studi di musica e si impiegò come violista nell'orchestra del Teatro Carlo Felice di Genova.
Verso la fine degli anni Quaranta, Bellafontana costruì una chitarra eptacorde su commissione del compositore genovese Federico Orsolino (1918-1993); quest’ultimo scrisse La Fontanella, canone retrogrado per chitarra eptacorda (1947) dedicandola a Lorenzo Bellafontana.
Nell’ottobre 1951, presso il Conservatorio A. Boito di Parma, Bellafontana vinse con una sua chitarra il Concorso Nazionale di Liuteria di Parma.
Negli anni del dopoguerra si dedicò assiduamente a costruire violini, viole, violoncelli e chitarre, strumento per il quale nutriva una particolare predilezione, nel suo laboratorio di Piazza Paolo da Novi; dal 1949 al 1958 lavora in via Paolo Giacometti, quindi si trasferisce in Corso Torino: qui subirà danni consistenti a seguito dell'alluvione dell'ottobre 1970. Dal 1967 subentrò a Giuseppe Lecchi nella conservazione del violino di Giuseppe Guarneri del Gesù il "Cannone" appartenuto a Niccolò Paganini, conservato a Genova a Palazzo Doria-Tursi.
Morì in villeggiatura a San Michele Mondovì il 30 giugno 1979.